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Le due sorelle- Parte Terza-La Cena
di Leonidasspartan
21.07.2024 |
1.652 |
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"Per la cena preparai io il tavolo in modo tale da permettermi di masturbare Franca col piede nudo durante il pasto..."
Per la cena preparai io il tavolo in modo tale da permettermi di masturbare Franca col piede nudo durante il pasto. La tovaglia era molto lunga e copriva la tavola quasi fino a terra, il posto di Franca era esattamente davanti a me, mentre Teresa era posta perpendicolarmente.
Il tavolo della misura giusta per l’azione che volevo svolgere. Avrei masturbato Franca per vedere come si controllava davanti a sua sorella.
Nell’attesa conversavo con Teresa del più e del meno.
Il discorso cadde su Franca e facendo finta di niente dissi a Teresa che secondo me aveva voglia di scopare.
Lei sorridendo mi disse: “Servila con il tuo cazzo. Così lo usi con lei e non cerchi di scopare me. Lo hai grosso e mi fai male e non mi sento di prenderlo ancora”
Non feci commenti, ma sorrisi pensando:
“ Mia cara vecchietta frigida lo ha già provato davanti e dietro ……”.
Franca si presentò vestita con una canottiera scollata che permetteva di vedere le tette quando si chinava, però invece di una gonna corta e larga portava una specie di tubino lungo che mi avrebbe impedito di masturbarla. L’abbracciai per salutarla e le sussurrai:
“Ma allora non capisci un cazzo puttana! Vai subito a cambiarti la gonna.
Comunque ti sei già guadagnata una dura punizione che ti farà riflettere sul tuo errore”
Porgendole un calice di vino finsi di inciampare e le versai il contenuto sulla gonna.
Mi affrettai ad asciugarla, palpandogli il monte del pube e scusandomi.
Lei disse:
“ Fa nulla, fa nulla, vado a cambiarmi. “
Torno in pochi minuti con una gonna cortissima che appena le copriva il pube.
Teresa la guardò e scosse la testa.
Le offrii un altro bicchiere e scherzando dissi:
“Questa gonna non si può macchiare, al massimo ti bagnerò le gambe.”
E poi le sussurrai :
“ Brava cagna, però non scamperai alla punizione che meriti.Siediti con le gambe ben aperte in modo che il mio piede possa fare il suo lavoro.”
Ci sedemmo a tavola e ,mentre Teresa andava in cucina a prendere il primo, le passai il piede sulla fica ordinandole di allargare di più le cosce. Iniziammo a mangiare. Intanto le titillavo il clitoride con l’ alluce. Dopo pochi minuti sentì il suo fluido vaginale caldo colarmi sul piede. La troia si eccitava, continuai l’opera con assiduità.
Franca in pratica non mangiava e diventava sempre più paonazza e mostrava una leggera imperlatura di sudore sulla fronte.
Percepii con il piede che i suoi umori erano colati sulla sedia. Smisi di stimolarla. Aveva i capezzoli duri sotto la canottiera testimoni della sua eccitazione.
Non finì il primo, ma disse che le bastava. Teresa si alzò per preparare il secondo e io mi avvicinai a lei. Le infilai la mano nella scollatura e le strinsi il capezzolo sinistro tra le dita con molta forza.
Sobbalzo’ e vidi gli occhi inumidirsi. Le sussurrai :
“Stai diventando la troia che voglio tu sia.
Hai bagnato la sedia con la tua secrezione vaginale. Te la farò pulire con la lingua più tardi”.
Lei sussurrò:”Si mio Unico Padrone”
Per ricompensa le girai il capezzolo turgido fino quasi farla urlare.
Continuai a masturbarla per tutta la cena, sapeva che poteva avere un orgasmo solo se io glielo avessi concesso, per cui si trattenne. Io intanto godevo della sua eccitazione repressa.
Finita la cena rimanemmo al tavolo ancora un po’ su mia insistenza perché volevo portarla al limite della sua eccitazione. Teresa disse che era stanca e la invitai a ritirarsi rassicurandola che avrei intrattenuto io Franca.
Lei ci salutò.
Rimanemmo al tavolo fino a quando Teresa chiuse la porta della stanza da letto.
Poi mi alzai e ordinai a Franca di leccare i suoi umori dalla sedia. Si inginocchiò e comincio il lavoro.
Le feci alzare il culo restando in ginocchio e le infila due dita nella vagina.
Lei mugolo’: “Posso godere Padrone?”
Negai questa possibilità e continuai ad allargarle la vagina con le dita.
Continuai per una decina di minuti provocando una nuova cascata di umori. Sibilai:
“Ti piace vero cagna in calore ? “
Le ordinai di andare nella sua stanza e di aspettarmi nuda.
Poiché taceva le strizzai violentemente una mammella e lei disse :
“Si mio Padrone, vi aspetterò con ansia e grazie di tutto.”
Le mollai uno schiaffo e la spinsi fuori.
Dopo circa mezz’ora entrai nel suo alloggio e la trovai seduta. Le urlai di alzarsi in piedi e le dissi che meritava una punizione immediata. “Si Padrone, la merito, grazie per punirmi.” “Mettiti a pecora! Ti inculero’ senza lubrificante” dissi. Lei tremo’ ma esegui l’ordine.
Appoggiai il glande sulla rosa dell’ano e dopo averlo inumidito con poca saliva la penetrai di colpo immergendo tutto il cazzo nel suo intestino.
Senti lo sfintere cedere e Franca urlare di dolore.
Continuai a pomparla estraendo completamente il cazzo per poi spingerglielo nuovamente nel culo fino a quando lei mugolò:
“Posso godere adesso Padrone?”
“No troia” dissi e le riempi il retto di sperma.
Lei si abbandonò stremata a terra con lo sperma che usciva da suo ano dilatato.
La presi per i capelli e la costrinsi a leccare dal pavimento il mio seme.
Infine le dissi :
“ Questa punizione è niente rispetto a quello che subirai domani, devi imparare a non sbagliare. Sei solo una lurida cagna da usare come un oggetto”
Rispose subito :“Si Padrone”
Segue ….
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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